di Federico Rossi – Sintesi Comunicazione*
Il 2017 è stato l’anno internazionale del turismo sostenibile. Se addirittura l’ONU ha sentito la necessità di ribadire l’importanza di un nuovo approccio a un settore che ogni anno genera un volume di affari di quasi 1.300 miliardi di dollari, vuol dire che la sostenibilità rappresenta veramente un cambio di paradigma ineluttabile.
In realtà, il concetto di turismo sostenibile risale addirittura al 1988 e indica un nuovo modo di viaggiare: rispettoso del pianeta e dell’ambiente, letti sia dal punto di vista naturale sia dal punto di vista sociale e artistico.
Un concetto che si sposa alla perfezione con l’evoluzione profonda che ha subito il turismo che negli ultimi anni è passato da un concetto di evasione al concetto di esperienza.
Esperienza che per essere genuina e reale deve basarsi su un nuovo rapporto tra il viaggiatore e l’intero sistema turistico che lo riceve (anche se mettere a sistema tutte gli attori della filiera turistica spesso rappresenta un problema non indifferente).
Nuovo rapporto che richiede anche una concordanza valoriale tra i vari attori; e tra questi valori non può che rientrare anche un reale approccio alla sostenibilità.
I numeri parlano chiaro.
La domanda annua di turismo sostenibile cresce di circa il 9% (fonte WTO).
Ma come si concretizza questa richiesta green?
Da una ricerca del 2017 di Booking.com emerge che il 95% degli intervistati ripone molta attenzione alla sostenibilità della struttura ricettiva (in particolare sul fronte del risparmio energetico); l’84% si focalizza sull’impatto ambientale dei mezzi di trasporto, il 38% associa la visione green con il concetto di prodotti locali e a “km zero”.
La parte di edilizia ricettiva gioca quindi un ruolo centrale.
Il 68% dei turisti mondiali sono interessati a soggiornare in una struttura eco-friendly (la stessa quota era del 30% nel 2016) e il 56% ritiene condizione fondamentale la scelta di questo tipo di struttura (fonte ricerca Booking.com 2017).
A livello italiano addirittura il 41% dei turisti si informa in modo puntuale prima di partire sulla sostenibilità delle strutture, mentre il 44% dichiara di essere disposto a pagare fino al 20% in più per avere la certezza di soggiornare in una struttura green.
La sostenibilità rappresenta, quindi, un’opportunità concreta sia per gli operatori del turismo e per gli albergatori in particolare, sia per gli operatori della filiera dell’edilizia ricettiva.
Resta evidente che, in questo contesto, la sostenibilità non possa essere solo un problema di incentivi, ma dipenda da un nuovo approccio imprenditoriale e da una reale evoluzione del modello di business.
Soprattutto in una prima fase, gli interventi saranno principalmente a livello di sostenibilità ambientale e questo presuppone, sul fronte alberghiero, un ripensamento del building sul piano del comfort climatico, dell’efficientamento energetico (isolamento, infissi, lighting, impianti meccanici ed elettrici) nonché una rimodulazione della gestione idrica e dei rifiuti.
Questi interventi non solo permetteranno di rispondere alla richiesta del mercato di una struttura eco-sostenibile, ma garantiranno consistenti saving sui costi di gestione delle strutture che tipicamente impattano in modo significativo sui bilanci.
L’albergatore, però, non dovrà muoversi solo sul piano ambientale, ma anche sul piano sociale, rivolgendo una particolare attenzione sia all’accessibilità della struttura sia alla gestione dei rapporti col personale (la cui soddisfazione impatta in modo importante anche sulla qualità del servizio erogato agli ospiti che ovviamente si struttura in modo forte anche sul piano relazionale con gli operatori della struttura).
In debita considerazione si dovrà tenere anche il rapporto con il territorio e la sua valorizzazione in quanto elemento fondante di una value proposition turistica molto più pregnante e appetibile, ma al tempo stesso elemento importante per la costruzione di un valore condiviso tra tutti gli stakeholders.
*Partner operativo del progetto Economia Circolare