di Federico Rossi – Sintesi Comunicazione*
L’economia circolare viene spesso sintetizzata dal cosiddetto modello delle 3R: recycle-reduce-reuse.
Una perfetta sintesi di quelli che devono essere i pilastri di uno sviluppo che per essere sostenibile deve puntare non solo a nuovi stili di vita e di consumo ma anche e soprattutto a una ridefinizione dei processi e dei prodotti aziendali.
Sotto questo punto di vista il modello per essere veramente completo deve essere integrato con una quarta “R”: rethink.
La sostenibilità – e l’economia circolare che è una sua derivata – impone il ripensamento del modo di fare impresa.
Un nuovo modello di business che metta al centro la creazione di valore condiviso.
Un nuovo modo di pensare e progettare i prodotti in modo da poter essere disassemblati, recuperati e reinseriti in nuovi processi produttivi.
Un nuovo modo di pensare i processi nell’ottica di un efficientamento che garantisca riduzione degli impatti e saving economici senza perdere (anzi orientandosi al miglioramento) in performance qualitativa e quantitativa.
Un nuovo modo di pensare l’azienda anche fuori dai suoi confini classici, in ottica di filiera; dalla culla alla tomba e, proprio in ottica circolare, dalla culla alla culla.
Un rethink che, quindi in primis, è un processo “ingegneristico” che richiede una “nuova alleanza” tra figure tecniche specialistiche e figure “economico aziendali”.
L’economia circolare, e più in generale la sostenibilità, non sono quindi un’operazione di comunicazione e di costruzione di un’identità di marca fittizia. La comunicazione viene dopo e deve trasmettere a un pubblico vasto – non solo i clienti ma a tutto l’universo degli stakeholders – il reale essere sostenibile dell’azienda.
Una comunicazione che (quando non si muove come acceleratore culturale ovvero come strumento di diffusione di nuovi stili di vita e di consumo, che dal punto di vista del consumatore rappresenta a sua volta un “rethink”) è quasi la traduzione di un percorso tecnico complesso che deve essere fruibile per un pubblico disomogeneo di destinatari.
Una comunicazione che presenta paradigmi e stilemi diversi dalla comunicazione commerciale tradizionale e che deve bilanciare creatività e pragmatismo, razionalità ed emozione.
Una comunicazione che richiede figure specialistiche che, fondendo competenze di marketing, di comunicazione, di creatività, di conoscenza tecnica e tecnologica dei processi, sappiano dialogare con i tecnici e che sappiano trasferire in modo coerente verso un pubblico variegato concetti complessi.
Le aziende che hanno avviato attività sostenibili sono decisamente numerose.
Non sempre, però, queste attività risultano inserite in un piano di sviluppo di medio-lungo periodo. Troppo spesso vengono gestite come attività, seppur eccellenti, stand alone.
Ancor meno sono le aziende che comunicano (e comunicano bene) la loro sostenibilità.
Aspetto, questo, probabilmente legato al fatto che la comunicazione della sostenibilità lavora principalmente sul capitale reputazionale dell’azienda e sui rapporti con gli stakeholders e quindi non sempre (tranne quando comunica un vantaggio competitivo reale) produce risultati di business nell’immediato.
Questo non vuol dire però che le aziende non debbano muoversi su questi fronti perché il cambio di paradigma è ormai in atto e lo switch aziendale richiede tempi lunghi che se non anticipati difficilmente risultano compatibili con i trend evolutivi dei mercati e più in generale del sistema economico.
Una lettura quantitativa del fenomeno sarà data allo Strategy Innovation Forum 2018 in programma al Campus Economico di Ca’ Foscari dal 25 al 27 ottobre.
Il primo giorno del Forum sarà dedicato alla presentazione dei risultati della ricerca locale condotta dalle Università Ca’ Foscari Venezia, Università degli Studi di Padova e Università degli Studi di Verona e finanziata dalla Regione Veneto nell’ambito del progetto FSE “Responsabilmente”.
Saranno presentati in seminari dedicati gli impatti delle strategie sociali sui modelli di business e sugli indicatori economico-finanziari di 520 imprese venete e le best practices attivate dalle imprese più virtuose di ciascuna provincia.
Nell’ambito del SIF, CUOA Business School organizza il seminario “Ambiente d’impresa e imprese per l’ambiente: casi di successo” in programma il 25 ottobre 2018 alle ore 12.30.
*Partner operativo del progetto Economia Circolare