di Federico Rossi – Sintesi Comunicazione*
Da un punto di vista dei mezzi, fatti salvi gli strumenti di accountability specifici (bilanci, report, etc.) la comunicazione di sostenibilità non prevede strumenti di comunicazione ad hoc.
Gli strumenti attivabili sono, quindi, quelli tipici della comunicazione aziendale (commerciale, tecnica, istituzionale, relazionale, etc.) però debitamente adattati negli utilizzi e soprattutto nei contenuti. Contenuti che non solo dovranno essere oggettivi, misurabili, confrontabili e, ovviamente, veritieri ma che dovranno essere comunicati seguendo il bilanciamento tra aspetti apparentemente in antitesi quali creatività e razionalità, emozione e tecnicismo, informalità e formalità.
Una notazione particolare va riservata, però, agli strumenti di rendicontazione: sono senza dubbio gli strumenti basilari per una misurazione oggettiva delle attività sostenibili e per la diffusione di una corretta informativa di sostenibilità ma la loro reale portata comunicativa è ancora troppo spesso sottovalutata e compressa tra gli aspetti di pura accountability. Sicuramente i bilanci e i report devono essere redatti seguendo in
modo pedissequo la normativa che li regolamenta (come ad esempio il GRI4) ma all’interno di questa c’è spazio per introdurre degli elementi creativi e più in generale di comunicazione che permettano di facilitare l’accesso e la leggibilità del dato e allo stesso tempo garantiscano il coordinamento con gli standard visuali e comunicativi utilizzati dall’azienda in altri ambiti. Quindi anche i bilanci e i report (soprattutto se non impaginati come i tradizionali bilanci di esercizio) offrono ampi spazi di evoluzione. Aspetti come la sintesi, le scelte grafico-comunicative originali e impattanti, il ricorso a supporti iconografici illustrativi non devono essere interpretati come elementi che possano svilire la qualità della reportistica; devono, anzi, essere introdotti al fine di rendere il documento di facile accesso, consultazione e comprensione a tutti i target.
Il tutto per rafforzare il messaggio e la reputazione di un’azienda che ha fatto della sostenibilità la propria filosofia evolutiva. In questa direzione ci viene in aiuto l’attività della Comunità Europea che se da un lato incentiva un sempre più ampio obbligo di rendicontazione delle informazioni non finanziarie da un altro punto di vista spinge le aziende, con il piano di azione per la comunicazione della sostenibilità, a fornire le informazioni giuste, nella giusta forma, al momento giusto, anche attraverso la modifica o l’abrogazione degli obblighi di reporting e semplificando il processo stesso di rendicontazione anche grazie alle nuove tecnologie.
L’obiettivo è promuovere la diffusione attiva delle informazioni ambientali in modo che anche questi strumenti possano contribuire attivamente alla crescita culturale dei cittadini (altrimenti “tagliati fuori” dall’accessibilità e dalla comprensibilità dei bilanci puri).
In questa direzione il piano di azione prevede anche lo sfruttamento di fonti di dati diverse nonché il ricorso ad approcci e a modalità comunicative diverse che agevolino il più ampio utilizzo di questi strumenti che, così, diventano sempre più strumenti di comunicazione e non più meri strumenti di rendicontazione.
*Partner operativo del progetto Economia Circolare