Chi non segue lo sport americano, probabilmente non riesce ad apprezzare pienamente la portata di un evento come il superbowl.
Solo due cifre: nel 2011 la finale del campionato professionistico di football americano ha catalizzato davanti alla tv oltre 110 milioni di americani (con punte di quasi 170 milioni) e il costo medio di uno spot da 30 secondi durante l’intervallo è di oltre 3 milioni di dollari (alla faccia della crisi).
Per fare un parallelo con noi pensiamo a una finale dei mondiali con l’Italia in campo.
In questo contesto va calata la polemica dello spot Chrlyser trasmesso durante l’intervallo del superbowl 2012 giocato domenica.
I fatti: Chrylser manda in onda uno spot di due minuti (al modico costo, si vocifera, di 9 milioni di dollari) dove il duro Clint Eastwood annuncia al paese (in uno spot comunque molto ben girato, anche se con toni tipicamente americani) che anche gli usa dopo un impegnativo primo tempo si stanno preparando per un secondo tempo di riscatto.
Scatta subito la polemica: “lo spot tira la volata al secondo mandato di Obama, magari sperando di avere in cambio qualche vantaggio per un’azienda che fino a tre anni fa era sull’orlo della bancarotta” dicono in molti (le elezioni sono ormai prossime).
Marchionne ha preso subito le distanze da questa interpretazione ribadendo il carattere “universale” del messaggio.
Ma oltreoceano le voci sembrano non quietarsi.
Voi cosa ne pensate?
Ma da qui vogliamo aprire anche un secondo tavolo di discussione (da molti tralasciato).
In questo momento di crisi un’azienda ancora in difficoltà come Chrylser può permettersi di spendere 9 milioni di dollari per due minuti di spot anche se trasmessi durante l’evento americano più importante?
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Bè…a prescindere dalla lettura più o meno politica ch’è stata data all’evento pubblicitario (considerando il momento “elettorale” americano anche la divulgazione classica avrebbe sortito lo stesso effetto), sicuramente il costo elevato viene giustificato dall’immediatezza e dalla platea enorme che quest’evento porta non solo negli USA ma in tutto il mondo…quindi a conti fatti potrebbero essere soldi spesi bene (se tutta la strategia che deve gravitare intorno è stata ben studiata)…se poi vi fosse anche del fine politico si tratta pur sempre di un investimento, rischioso, che potrebbe portare altri risultati in futuro.
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Decisamente in target ritengo. Noi italiani non possiamo sentire, secondo me, come la sentono lì, questo tipo di comunicazione.
Secondo me sono più che ben spesi. L’immagine è decisamente importante, forse più che qui, in USA.
9 milioni di dollari quante vendite in più porteranno? Forse tanti quanti, quest’anno, ma l’immagine terrà alto il valore nel tempo. IMHO.
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