Una pubblicità di un noto tour operator diceva: “turista fai da te? Ahiahiahi!”
Il motto è in linea generale valido per tutti gli ambiti della comunicazione d’impresa ma ultimamente risulta particolarmente indicato nel campo della fotografia.
Capita sempre più spesso che per foto, ritenute erroneamente “semplici” dal cliente, questo si proponga per farle in proprio.
Il problema è che la foto ritenuta “semplice” spesso e volentieri è quella dei propri prodotti.
Il vantaggio immediato è il risparmio di qualche euro.
Ecco quindi che il cliente si mette a fotografare in azienda con la macchina che tanto bene ha reso durante le vacanze. Posiziona il prodotto su un tavolo, se particolarmente attento usa un foglio bianco per isolare lo sfondo, e comincia a fotografare. Alla fine scopre che le foto non sono di qualità, che la luce penalizza il prodotto, che i riflessi sono ovunque, che la risoluzione è troppo bassa… Purtroppo non basta avere una macchina fotografica da 12 megapixel per fare buone foto… Ancora più drammatica è la situazione che si prospetta quando l’immagine riguarda un impianto o un prodotto già installato (le foto di referenze così importanti per convincere il cliente potenziale) in quanto spesso utilizza addirittura il telefonino.
Così si confida che lo studio grafico, appellandosi a san photoshop, possa compiere il miracolo. Miracolo che spesso migliora un po’ il risultato che però resta lontano da quello che dovrebbe essere il risultato ideale.
A quel punto il cliente o si convince e si affida a un professionista (ma intanto il suo tempo impiegato è andato perso) o si accontenta. Restando però insoddisfatto.
La foto professionale si basa, tra gli altri, su due elementi imprescindibili.
In quanto realizzata con attrezzature professionali e da professionisti, le foto presentano le giuste caratteristiche tecniche (risoluzione, luci, cromie, etc.) per poter rendere al massimo in fase di stampa.
Realizzate da un occhio allenato e sensibile, queste foto permettono inoltre di esaltare l’aspetto visivo del prodotto che, anche per oggetti di scarso appeal, deve comunque essere salvaguardato.
In poche parole è inutile fare un bel catalogo, investire tempo nella sua stesura, stamparlo con soluzioni cartotecniche speciali se poi il supporto iconografico non è all’altezza.
Sfogliando un depliant, un catalogo, una brochure la prima cosa che si nota sono le foto e la qualità di queste inciderà non poco sulla percezione che il cliente avrà dell’azienda.