Sembra proprio uno sport italiano: predicare la sinergia, il fare squadra per poi trovarsi a farsi la guerra.
E il settore delle fiere sembra essere una delle massime rappresentazioni di questa situazione.
Ultimo esempio è la neonata fiera del packaging che si terrà, con cadenza triennale e con il supporto dell’unione italiana costruttori macchine per l’imballaggio, a Rimini. In Italia però esiste già una fiera del settore, ha quasi cinquant’anni di vita, si tiene a Milano ed è la seconda in Europa. È l’Ipak-Ima.
Ma i casi di “clonazione” si sprecano. Un altro esempio è la dicotomia tra Enersolar+ di Milano e il SolarExpo di Verona.
In un periodo di crisi per le aziende che si trovano a dover razionalizzare i budget di comunicazione e quindi a selezionare con la massima cura gli investimenti in fiere, la situazione si fa nebuolosa.
Quale esposizione scegliere?
La moltiplicazione delle fiere sembra infatti non essere dovuta a una reale espansione del mercato quanto a una logica di concorrenza locale con il danno più grosso proprio per il sistema fiera italiano che rischia di trovarsi affollato di una miriade di fiere di piccola portata invece di creare eventi di caratutra internazionale.
Il risultato: allontanare gli espositori che virano o verso i grandi appuntamenti internazionali o optano per una presenza più capillare in fiere locali in mercati in via di sviluppo.