[youtube=http://youtu.be/jFwgVxjatk8] Si parla tanto di storytelling: ho appena rivisto uno spot che con rara maestria coniuga emozioni, immagini e efficacia narrativa.
Uno spot che riesce a compiere un’operazione solitamente difficile e dal risultato incerto: dare corpo, voce e mimica a qualcosa che non si vede – il vento – ma di cui si vedono e si sentono gli effetti.
Il personaggio del vento è stato costruito in modo magistrale, attraverso citazioni cinematografiche, da Arancia Meccanica a Elephant Man che contribuiscono, insieme al trucco e al pesante e duro accento tedesco, a renderlo teneramente inopportuno, inadeguato e alla fine commovente.
Non a caso nel 2007 ha vinto il Leone d’Oro a Cannes.
La data in questo caso è però irrilevante perché, come è stato già detto da riconosciuti guru della comunicazione, questo è uno spot sempre attuale, in quanto i contenuti umani hanno un carattere di universalità.
Sentirsi incompresi, goffi, fastidiosi, essere consapevoli che il proprio comportamento ci spinge verso una solitudine radicale sono dimensioni dolorose di sofferenza condivisa: tutto questo nel finale diventa – grazie a Epuron, l’azienda che ha commissionato lo spot – possibilità di sentirsi utili, di essere accettati dagli altri per come si è. Naturale quindi che una storia così ti tocchi dentro.
E a te quale sentimento suscita?