Internet ha rivoluzionato il modo di relazionarsi e ha cambiato per sempre il modo di comunicare delle imprese. E gli effetti di internet hanno cambiato profondamente anche il modo di fare le fiere.
Una volta si partecipava a queste manifestazioni principalmente per fare new business. Uno strumento valido per attirare nuovi clienti era lanciare in anteprima dei nuovi prodotti, spesso tenuti segreti fino a quel momento.
Effettivamente la fiera era uno dei pochi momenti per presentare, anche fisicamente, un nuovo prodotto a un pubblico ampio e selezionato.
Internet ha sconvolto questo paradigma.
Gestendo bene tutte le leve della comunicazione innovativa e tradizionale (strategie di advertising, operazioni on-line, azioni sulla forza vendita e sulla catena distributiva, etc.) i nuovi prodotti possono essere oggi lanciati in qualsiasi momento.
Ma allora cosa ci andiamo a fare in fiera?
Tenute ferme le volontà di trovare nuovi clienti e di prevenire le tanto temute frasi della concorrenza “non è venuto in fiera, vuol dire che non se la passa bene”, l’obiettivo principale diventa la gestione della relazione e il recupero del contatto umano che la rete, ovviamente, non può garantire.
Ecco che lo stand si evolve: non più maxi vetrina di prodotti ma ambiente studiato per rilanciare messaggi istituzionali e per stimolare appunto la relazione e la fidelizzazione.
Non più un negozio ma una lounge area dove ricevere, ascoltare e coccolare i clienti… vecchi e nuovi.
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Credo francamente che le fiere in West Europe siano mature ed abbiano il solo scopo di mostrarsi in salute, come dice l’articolo.
Al di là del momento critico, la mia esperienza però mi fa pensare che per i paesi East Europe esse abbiano ancora la capacità di generare business.
Matteo, sono pienamente d’accordo con te.
Infatti il suggerimento che spesso diamo è quello di ponderare bene l’investimento nelle fiere.
L’ingente budget richiesto dalle fiere di portata internazionale può essere (magari in parte) dirottato verso azioni più mirate e profonde su target selezionati.
Dover “correre dietro” a tutte le fiere della west europe è ormai praticamente impossibile sia per l’elevato numero di manifestazioni sia per gli investimenti richiesti.
Ma come dici giustamente tu, nei mercati emergenti dell’est, ma aggiungerei anche il Sud America e alcune zone dell’Africa, la fiera gioca ancora un ruolo importante in una strategia per penetrare mercati relativamente vergini. Soprattutto se la presenza in fiera è integrata in una strategia commerciale e di marketing di medio periodo.
[…] riduzione delle superfici espositive rappresentano la parola d’ordine. Abbiamo già parlato (qui) delle nuove tendenze espositive e dell’orientamento di molte aziende a partecipare a piccole […]
[…] riduzione delle superfici espositive rappresentano la parola d’ordine. Abbiamo già parlato (qui) delle nuove tendenze espositive e dell’orientamento di molte aziende a partecipare a piccole […]