È stata presentata a Londra la nuova campagna United Colors of Benetton, intitolata “Disoccupato dell’Anno”.
Dopo le polemiche dello scorso anno, con la provocatoria campagna Unhate che potete vedere qui, l’azienda veneta riparte con uno stile diverso, con un argomento – la disoccupazione dei giovanile tra i 15 e i 30 anni – concreto e attuale.
Le immagini della nuova campagna rappresentano appunto dei giovani disoccupati, o meglio non occupati, che non riescono a trovare un impiego che sia coerente con gli studi fatti. Come d’uso nello stile Benetton, il visual della campagna è multietnico. E, come di consueto, il pubblico si è già diviso tra chi è consapevole che si stia toccando un serio problema sociale, ma vede nei ragazzi ritratti dei disoccupati un po’ troppo ben vestiti e “fighetti” (perché, un non occupato deve essere per forza brutto, sporco e cattivo?) e chi parla di una nuova speculazione della casa di Ponzano tesa ad aumentare le vendite.
Stavolta però a mio parere le cose sono un po’ diverse.
Alla campagna pubblicitaria sono state infatti connesse altre attività, come un concorso che premierà i 100 progetti più meritevoli, che verranno finanziati dalla fondazione Unhate con 5000 euro. E l’unico giudice dei progetti che verranno presentati sarà la Rete.
Una campagna insomma che, se da un lato sembra fare della facile ironia sulla disoccupazione, dall’altro dimostra come anche l’advertising possa giocare un ruolo pratico e solidale.
Una campagna che ha lo scopo di dimostrare – secondo quanto detto dall’azienda veneta – che essere non occupati non significa essere inutili, pigri o anarchici.
Voi che ne pensate?