In questi giorni è in discussione alla Camera un provvedimento che tutto il settore afferente al mondo della grafica e della pubblicità aspetta da decenni: il riconoscimento di un sistema di regole che possa riconoscere la professionalità del settore.
La proposta risale già al 2008, ma si sa i tempi della politica italiana sono sempre particolarmente lunghi.
Senza scendere troppo nel dettaglio legislativo ci limitiamo a segnalare alcuni passaggi chiave e alcuni nostri brevi commenti. A voi poi la parola.
Questo un estratto del testo:
“La presente proposta di legge mira pertanto ad istituire un sistema di regole che vada a vantaggio non soltanto delle professioni, che attraverso il riconoscimento ufficiale da parte dello Stato potranno operare quali soggetti giuridici ed organizzarsi in modo tale da garantire migliori standard qualitativi, ma anche della competitività del sistema e del cittadino consumatore, destinatario delle prestazioni fornite dai «nuovi» professionisti sulla base di un processo formativo certificato.“
In sostanza si punta a regolamentare quelle professioni attualmente “non riconosciute” o non organizzate in albi (per inciso non ci sono solo i grafici, nella fattispecie rientrano circa 200 figure dai fisioterapisti ai consulenti fiscali).
Il punto di vista di Sintesi Comunicazione è noto da anni.
Noi non abbiamo mai caldeggiato la creazione di un vero e proprio ordine, nè tantomeno la definizione di listini chiusi o di tariffe minime (allo stesso modo però abbiamo sostenuto l’abolizione degli albi professionali che su queste pratiche hanno prosperato per anni…).
Sicuramente però l’evoluzione che ha avuto il settore della grafica pubblicitaria, della consulenza e più in generale tutte quelle attività immateriali con le quali si “vendono idee” ha portato a una completa deregulation che non tutela né le aziende né i clienti.
L’abbassamento delle barriere tecnologiche e le nuove forme di condivisione aperta, alimentata dall’universo social, hanno portato a un sensibile abbassamento della qualità dei progetti sviluppati, appiattendo spesso la competizione solo sulla ricerca del mero prezzo.
Un provvedimento di legge che, senza “chiudere” il settore (lo ripetiamo siamo contro gli albi classicamente intesi), introduca però dei criteri per valutare la professionalità delle strutture è ormai imprescindibile.
Un provvedimento che possa “difendere” le aziende che investono in innovazione e know-how e allo stesso tempo possa cautelare il cliente nella ricerca di un partner effettivamente di qualità.
Riteniamo particolarmente significativo non solo il rilascio di un attestato ma l’individuazione di diversi livelli di professionalità in funzione dei percorsi formativi e delle esperienze maturati dai professionisti.
Aspettiamo, sperando che questa volta il corso legislativo arrivi fino in fondo.
Cliccando qui potrete leggere gli atti riportati nel sito della Camera dei Deputati della 621 Seduta Pubblica
4 Comments
Capisco i motivi di fondo ma ritengo l’approccio per corporazioni e relativi “albi” antistorico ed una delle fonti dei mali di questo ns Paese. Pure ammettendo che mi sbagli, cosa impedirà a chi già oggi valuta i servizi solo in base al prezzo di comprarli on-line da qualche società estera?
Capisco i motivi di fondo ma ritengo l’approccio per corporazioni e relativi “albi” antistorico ed una delle fonti dei mali di questo ns Paese. Pure ammettendo che mi sbagli, cosa impedirà a chi già oggi valuta i servizi solo in base al prezzo di comprarli on-line da qualche società estera?
Infatti oggi anche le agenzie pubblicitarie stesse ricorrono ai servizi esteri (soprattutto orientali) perchè costano un decimo… Sempre più dura stare in Italia
Infatti oggi anche le agenzie pubblicitarie stesse ricorrono ai servizi esteri (soprattutto orientali) perchè costano un decimo… Sempre più dura stare in Italia