A tutti sarà capitato di entrare in un bar, ordinare un caffè e stare seduto al tavolo un tempo indeterminato.
Tempo diventato ancor più indeterminato se in quel bar era magari disponibile una rete wi-fi gratuita e avevate con voi il tablet o il portatile.
La connettività sempre e ovunque sembra ormai una cosa imprescindibile.
Così, negli ultimi anni, si sono moltiplicate le aree wi-fi: negli aeroporti, nelle stazioni, nei centri commerciali e anche nei bar.
Ma soprattutto nei bar, questo “servizio” spesso contrasta con la necessità di ricambiare con una certa frequenza.
Tavoli bloccati per ore da persone che navigano e chattano e conseguente scarso turnover di clientela.
Il problema è stato percepito in tutta la sua forza dalla catena americana Starbucks, a suo tempo uno dei precursori del wi-fi libero, che ha deciso così di sospendere il servizio.
In realtà una delle motivazioni apportate è stata quella di voler far tornare tra la clientela la volontà di restaurare un contatto umano diretto, ovvero far chiacchierare tra loro gli avventori.
Ma sicuramente la necessità di aumentare il “fatturato” delle varie caffetterie ha rappresentato una spinta altrettanto importante per far tornare sui propri passi la catena newyorchese.