È ormai da qualche anno che alle nostre aziende clienti proponiamo la definizione di un percorso strategico integrato nei social network.
Posta in questi termini, la questione viene sempre inizialmente recepita con interesse e un pizzico di curiosità (sarà l’altisonanza del termine “percorso strategico integrato”).
L’interesse si trasforma però rapidamente in una sorta di diffidenza quando, scendendo a un livello più analitico, si iniziano a valutare le varie piattaforme.
Il termine “facebook” genera ancora una quasi immediata ritrosia da parte dell’imprenditore.
Giocattoli telematici per ragazzi che hanno tempo da perdere: questa, in sintesi, la risposta tipo che riceviamo.
Fino a qualche mese uno degli strumenti principali che avevamo per vincere questa diffidenza era legato ai dati che fotografano il profilo degli utenti dei social network.
Dati che evidenziano che gli utenti facebook in Italia sono (a gennaio 2011) oltre 25 milioni e, soprattutto, che quasi 12 milioni (oltre il 45%) di questa popolazione è composta da utenti compresi in una fascia di età che varia dai 35 ai 54. Non proprio ragazzini perditempo.
Da qualche settimana abbiamo una freccia in più nel nostro arco.
Tra le numerose case history sta facendo molto rumore l’esempio islandese dove i social network e la più generale filosofia della condivisione che sottostà a queste piattaforme è stata sfruttata addirittura per redigere la nuova carta costituzionale!
Se le “segrete” stanze della politica sono state spalancate in internet e se il progetto più importante per definizione (appunto la stesura della costituzione di un paese) viene gestito in un’ottica di crowdsourcing possiamo dire che il mondo “social” sia definitivamente sdoganato.
In Islanda tutte le riunioni della costituente sono trasmesse in diretta streaming e le conseguenti decisioni vengono postate su facebook (strumento utilizzato da circa il 70% della popolazione islandese) in modo che possano essere liberamente commentate.
L’approccio islandese, inoltre, è effettivamente multicanale. I flash vengono postati su twitter, i video caricati su youtube e le foto delle sedute pubblicate su flickr.
Le piattaforme “social” esprimono in questo caso la loro piena potenzialità: un mezzo di accesso diretto al processo decisionale da parte degli utenti della rete.
Il cambio di impostazione “mentale” è dirompente. La difficoltà non sta solo nell’apertura, nella correlazione e nella gestione degli strumenti.
La vera svolta sta nell’impostare il rapporto con i propri interlocutori (siano essi cittadini o clienti) in modo veramente bidirezionale.
Aprendosi in modo completo e soprattutto trasparente e con la volontà reale di ascoltare, interpretare e crescere insieme in un’ottica win-win.
E come si sa la tecnologia può essere anche velocemente recepibile e utilizzabile.
I cambi di paradigma, invece, richiedono tempi di gestazione decisamente più lunghi.
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È andato in spam ma riprendiamo lo spunto interessante di Hemp che ringraziamo:
L’evoluzione del web e la sempre maggiore diffusione del fenomeno dei social network dei blog e dei social media hanno completamente ridisegnato il modo di fare comunicazione e marketing anche nel campo della politica. Lo sviluppo delle piattaforme web partecipative infatti ha rivoluzionato molti ambiti della nostra vita i cambiamenti sono sia di tipo comunicativo sia di tipo organizzativo. Niente e meglio di uno strumento come quello della rete per ottenere questo obiettivo…Ormai tutti usano il web e i social network per fare campagna elettorale ma non basta solo esserci.
[…] strumenti (avevamo già parlato del caso della stesura della nuova costituzione islandese, vedi qui) è da leggere, in prospettiva più ampia, in modo assolutamente […]