È inutile negarlo ma Facebook viene visto ancora come un “gioco”.
Un network frequentato da ragazzi che nel tempo libero si divertono a comunicare al mondo cosa hanno mangiato a pranzo o in che discoteca andranno sabato sera.
Ma questo stereotipo concorda con la realtà?
Basta analizzare un semplice dato per farsi venire qualche dubbio.
Ad agosto 2008 i “frequentatori” di Facebook in Italia erano poco più di mezzo milione. Questo sparuto gruppo si è rinvigorito nel giro di un anno superando i 10 milioni ad agosto 2009.
Ad ottobre 2010 il dato aveva sfondato quota 17 milioni.
Difficile immaginare che possano essere solo ragazzi con molto tempo libero.
La fascia dai 19 ai 24 anni resta ancora la più popolosa, ma il trend significativo è evidenziato dal sorpasso della fascia dai 30 ai 36 anni rispetto a quella dai 24 ai 30.
Continuano a crescere a due cifre gli utenti con età superiore ai 36 anni.
E proprio questo aspetto deve far pensare che una strategia di comunicazione che preveda anche un intervento in Facebook deve essere presa in considerazione anche dalle aziende industriali.
Ovviamente l’aspettativa non può essere come quella dei grandi brand consumer, ma il network permette l’attivazione di relazioni “personali” con gruppi di persone altamente profilabili.
L’investimento è praticamente nullo. L’unico impegno è di tempo. Non solo per aprire il profilo ma soprattutto per gestirlo. In quanto anche per Facebook vale la regola aurea delle community e in generale del mondo web.
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