In questo post ospitiamo uno spunto interessante di Daniela Rossi, docente di storia della pubblicità presso l’Università di Venezia.
Derogando in parte alle nostre tematiche tipiche legate al marketing e alla comunicazione btb questa volta ci focalizziamo sull’immagine della donna in pubblicità.
L’intervento si chiude con una domanda apparentemente provocatoria ma che lascia intravedere quanto oggi la pubblicità, e più in generale la comunicazione, possano influire sui costumi, sulla cultura e sugli stili di vita.
Una domanda che non presuppone una risposta precisa e contenuta nei rigidi canoni teorici ma che prende forma dalle esperienze e dai punti di vista ognuno. I punti di vista che esprimerete con i vostri post.
“La pubblicità è donna, perché la maggior parte dei messaggi pubblicitari si rivolgono a lei. La pubblicità è donna perché il femminile è il genere più usato per i soggetti/oggetti pubblicitari.
Nella pubblicità italiana, però, la donna è ancora vittima di una visione negativa, talvolta offensiva. L’immagine femminile proposta è basata sulla seduzione, l’ammiccamento, sulle posture sexy e spesso la donna appare, gratuitamente, nuda. La pubblicità è generata prevalentemente dalla mente di un maschio, il quale spesso rivela un approccio creativo scarsamente orientato al cambiamento.
Tuttavia, molti pubblicitari hanno mostrato interesse nella ricerca di qualcosa di nuovo; pertanto, si rende necessario, e i tempi sono maturi, avviare un’azione di sensibilizzazione e nel contempo iniziare un dialogo costruttivo con chi la pubblicità la commissiona e la crea.
Oggi quanto possono incidere il marketing e la pubblicità sulla parità di genere?”
Prof. Daniela Rossi