Han Han… Chi era costui?
A qualche appassionato di calcio ricorderà il “giustiziere” sud coreano dell’Italia ai mondiali del 2002 (fuochino ma il calciatore si chiamava Ahn).
Ma, quasi sicuramente, ai più questo nome non dirà nulla.
Han Han è uno scrittore cinese di 28 anni. Ma non è stato il suo primo libro “Le tre porte” (un best-seller di denuncia del disagio giovanile in Cina) a dagli fama mondiale.
Han Han è conosciuto a livello mondiale per il suo blog.
Un blog in grado di catalizzare l’attenzione di oltre 300 milioni di visitatori.
Un blog capace di aggirare la rigida censura cinese parlando in modo diretto di corruzione, di Tibet, dell’oscuramento di Google.
Fin qui quasi nulla di nuovo (tranne la capacità di questo giovane di riuscire a scrivere liberamente) se non fosse che la rivista Time Magazine ha piazzato Han Han all’ottavo posto della classifica delle persone più influenti del pianeta. Davanti addirittura a Obama.
Avevamo già parlato qui dell’utilità dei blog in una visione olistica della comunicazione d’impresa.
Il caso Han Han è un’ulteriore testimonianza della potenza di questo strumento che ormai è da ritenersi assolutamente sdoganato da quell’etichetta inziale di “diario giocattolo” da utilizzare come passatempo.
Un medium che le imprese non possono più sottovalutare, rispettandone però sempre la sua funzione primaria: la diffusione di informazioni, esperienze e conoscenza.