Fin dalla primo passaggio on air, lo spot Calzedonia costruito su una versione femminile di Fratelli d’Italia aveva fatto discutere.
Il pubblico (e anche i commenti sul nostro blog, clicca qui per il precedente post) si era spaccato.
Numerose le prese di posizione e le reazioni contrariate.
Il caso, così, non poteva non approdare sui tavoli dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che ha deciso per il ritiro dello spot da tutte le reti nazionali.
Alla fine ha vinto la linea dell’uso improprio dell’inno nazionale.
Per visualizzare la pronuncia del Giurì clicca qui
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Lo spot non è brutto. Rispetto a certe cose veramente di cattivo gusto che girano per televisione resta comunque raffinato ed elegante.
Resta però il problema dell’appropriazione di un qualcosa di comune per fini privati e commerciali e qui era preventivabile la presa di posizione di qualcuno.
A questo si somma anche l’intervento di un istituto come l’iap che non sempre però dimostra coerenza nelle decisioni.
Come avevo già scritto in un precedente post mi sembra che gli esempi di offese (ben più gravi di quella ipotizzata per questo spot) all’inno, alla bandiera e allo stato si sprechino nel nostro paese ma non sempre scuotono le masse.
Scusate ma io non ho capito che c’azzeccava l’inno nazionale con uno spot di calze. Mi è sembrata una mossa studiata a tavolino per alzare volutamente un polverone, leggasi pubblicità gratuita.