Dalla prossima settimana sul sito www.sintesicomunicazione.it sarà attiva una nuova area tematica, che abbiamo chiamato “icone”.
Tutto quello che ci ha emozionato, comunicativamente parlando, vintage o contemporaneo che sia, ma che per qualche motivo ci ha ispirato stupore, allegria, ammirazione e magari un po’ d’invidia per l’autore, che magari ci ha fatto piangere un po’ o ci ha folgorati per la sua originalità.
Campagne rifiutate dai clienti perché troppo avanti con i tempi e poi pubblicate, idee mai realizzate, nostre e (soprattutto) di altri, quelle che ci lasci il cuore quando non vengono accettate.
Idee di grandi comunicatori ma anche di persone non proprio famose (chi ha disegnato lo swoosh della Nike?) che non hanno avuto i riflettori e la scena che avrebbero meritato, o hanno visti riconosciuti i propri meriti in un tempo successivo.
Come questa.
Il poster creato nel 1981 da Paul Rand per IBM. È uno dei primi esempi di advertising “rebus”.
Occhio (in inglese eye = I) Ape (in inglese bee = B) Emme (in inglese Em = M).
IBM rifiutò la sua pubblicazione, salvo pubblicarlo un anno più tardi.
È un chiaro esempio di come si possa dire qualcosa anche sovvertendo le convenzioni, utilizzando simboli al posto di lettere o addirittura per esprimere intere parole o idee.
Inoltre il rebus stimola l’osservatore a cercarne la soluzione.
Se questo poster fosse un vino, sarebbe un Barolo. Perché novello non piaceva a nessuno.
È bastato un anno di invecchiamento per renderlo così perfetto.
A te che emozione suscita?
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Geniale come idea anche perché parte dal presupposto che il fruitore sia un essere pensante e intelligente a differenza, purtroppo, di certe campagne attuali dove l’unico organo sollecitato è ben altro che testa o cuore 😉