Una delle voci che nel communication-mix delle aziende ha subito un taglio significativo è quella rappresentata dalle fiere.
La selezione degli eventi ai quali partecipare si è fatta più stretta e la riduzione delle superfici espositive rappresentano la parola d’ordine.
Abbiamo già parlato (qui) delle nuove tendenze espositive e dell’orientamento di molte aziende a partecipare a piccole fiere locali coerenti con una strategia commerciale sempre alla ricerca di mercati emergenti.
Ma il dilemma di questo periodo è “partecipo o non partecipo al grande evento fieristico, quello dove non farò new business ma al quale dovrò andare per non lanciare segnali negativi?”.
Per aiutare una risposta positiva l’Ente Fiera di Milano ha giocato di anticipo.
È di questi giorni la presentazione di un accordo con Intesa San Paolo per erogare finanziamenti agevolati alle aziende che partecipano agli eventi fieristici milanesi.
Nella stessa direzione si sono mossi gli enti fieristici di Bologna, Bari e Verona: chi concedendo finanziamenti agevolati chi accollandosi parte degli oneri organizzativi.
Sarà sufficiente?
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Effettivamente è un buon segnale da parte degli enti fieristici che negli ultimi anni hanno spesso dato l’impressione di disinteressarsi alla situazione delle imprese (loro clienti) applicando prezzi sempre più alti e chiedendo conferme sempre più anticipate.
Sono molte le aziende che credono ancora nello strumento fiera anche se oggi i costi per affrontarle sono sempre più impegnativi (e a volte proibitivi per le imprese che devono tagliare i budget di comunicazione).
Hai ragione Maria Grazia anche perché il budget della fiera non si esaurisce solo con lo spazio espositivo e con l’allestimento.
Bisogna considerare anche tutti accessori, tipo il soggiorno dei collaboratori, che spesso incidono quanto se non di più dei costi vivi di esposizione.
Senza considerare i costi sommersi… Quanto una decina di collaboratori sono in fiera chi porta avanti il lavoro in azienda?
Ecco che la valutazione dell’impatto finanziario di una fiera porta a una rigida selezione degli eventi.
Ed è quello che consigliamo noi. E in alcuni casi preferiamo organizzare per i clienti dei momenti di contatto con i clienti extra-fiera (open house, eventi ad hoc, etc.) in modo da gestire meglio l’investimento con un qualcosa di fortemente personalizzato e in grado di dare un spunto maggiore sul fronte della fidelizzazione.
Ovvio poi tutto dipende dalla tipologia di fiera, dagli obiettivi commerciali, dalle aspettative verso l’evento stesso.
Bisogna però dire che gli enti fieristici esteri non sono ancora così sensibili alla situazione delle azienze partecipanti o congiunturale, molto spesso in caso di rinuncia tendono ad esigere comunque il pagamento dello spazio espositivo, incuranti delle motivazioni che hanno portato l’ azienda a cancellare la partecipazione.,…..